Il labrador retriever

Un po' di storia


Inghilterra, 1935 circa (da "Hutchinson's Dog Encyclopaedia")

L'origine del labrador, come del resto quella di molte razze canine, è avvolta nella nebbia del tempo, ma molti indizi e documenti storici ci portano dall'Inghilterra al Canada e viceversa.
Fin dal 1500 i pescatori inglesi si avventuravano lungo le coste canadesi. Qui trascorrevano i brevi mesi estivi della stagione di pesca per poi rientrare nella madrepatria durante l'inverno. A partire dal 1600, per motivi pratici sempre legati all'industria della pesca, cominciarono a sorgere sull'isola di Terranova piccoli insediamenti umani. Gli uomini che trascorrevano il lungo inverno in quelle terre inospitali erano per lo più cacciatori, boscaioli e carpentieri destinati alla riparazione delle baracche e delle attrezzature destinate alla successiva stagione di pesca. Per questi uomini il cane era importante tanto quanto una barca. Sull'isola di Terranova la selvaggina era abbondante e un buon cane da caccia era indispensabile per la sopravvivenza. I cani da caccia che i "coloni" si erano portati dall'Inghilterra dovevano essere buoni cacciatori, nuotatori ed essere resistenti al freddo. Durante l'estate venivano usati anche per recuperare il pesce caduto dalle reti.
Trascorse più di un secolo e mezzo di relativo isolamento prima di avere una descrizione dettagliata dei cani che vivevano sull'isola di Terranova. Il marinaio Aron Thomas, il 25 maggio 1794, scriveva sul suo diario di bordo queste parole: "Esistono in questi luoghi cani dal pelo raso e fitto, di colore scuro, che lavorano al recupero dei merluzzi sfuggiti alle reti dei pescatori sulla costa. Questi cani non esitano a immergersi completamente per afferrare le prede che riportano nelle barche. Alla fine del lavoro essi vengono issati a bordo con l'aiuto di grosse funi". I cani di cui parla Thomas venivano definiti "Cani di St. John".
All'inizio del 1800 alcuni di questi cani sbarcarono nel porto Inglese di Poole. I comandanti delle navi li vendevano ai signori del luogo per arrotondare la loro paga. Il colonnello Peter Hawker, in uno scritto del 1814, descrive il cane di St. John: "eccellente per qualsiasi tipo di caccia. Ha il manto solitamente nero e non è più grande di un pointer. E' estremamente veloce nella corsa e nel nuoto: ha belle gambe, pelo corto e la sua coda non è arricciata". Sulle fredde coste del Canada il mantello corto di questo cane era particolarmente apprezzato per il fatto che, uscendo dall'acqua gelata, non vi si formava il ghiaccio. In molte altre descrizioni dei primi dell''800 vengono usati senza distinzione i termini "labrador", "terranova" o "cani di St. John" riferiti ai cani delle coste canadesi.
A quei tempi l'allevamento dei cani era prerogativa dei nobili che li utilizzavano per il loro principale passatempo: la caccia. Si deve al II° Conte di Malmesbury (1778-1841), al V° Duca di Buccleuch (1806-1884), a Lord Home (1799-1881) la nascita del labrador come lo conosciamo oggi. Il primo grande capostipite del labrador "moderno" fu Buccleuch Avon, nato nel 1885 e allevato da Lord Malmesbury. Aveva una testa splendida, un doppio manto, la tipica coda di lontra ed era di colore nero.
Proprio per le sue grandi doti di "riportatore" sia in acqua che sul terreno, il labrador cominciò ad essere selezionato in Inghilterra. In un articolo del 1870, scritto in occasione di una mostra canina, leggiamo: "...ci si auspica di vedere attuata una divisione netta in due classi separate e ben distinte tra il conosciuto terranova e il labrador dal manto nero carbone". Il Kennel Club inglese riconobbe ufficialmente la razza nel 1903 e il Club del labrador fu fondato nel 1916. Tra gli allevatori storici più importanti ricordiamo Lady Howe con l'affisso "Banchory" e Mrs. Gwen Broadley con l'affisso "Sandylands", uno dei più famosi nella storia della razza e ancora oggi tra gli allevamenti più prestigiosi d'Inghilterra. Anche la famiglia reale ha allevato e alleva labrador: nel 1938 re Giorgio VI, con l'affisso reale "Sandringham", presentò al Cruft's il suo labrador Stream, allevato dal padre Giorgio V. Il capostipite dei labrador gialli fu Ben of Hyde, nato nel 1899, ma la diffusione di questo colore cominciò solo più tardi: il labrador giallo non veniva apprezzato per la caccia e i cuccioli gialli venivano scartati dalla riproduzione perché considerati di minor pregio. Si deve alla tenacia di Mrs Wormald (con l'affisso "Knaight"), che allevava e presentava alle esposizioni e nei field trial i suoi labrador gialli, l'inizio dell'ascesa di questo colore. La popolarità dei labrador gialli crebbe soprattutto tra il 1920 e il 1930 (il Club del labrador giallo fu fondato nel 1925) ed ebbe la sua esplosione dopo la seconda Guerra Mondiale. Anche il marrone (chocolate) ha subito per lungo tempo una forte discriminazione. L'allevamento del labrador marrone iniziò negli anni '30 del secolo scorso. Ma è stato molto recentemente (dagli anni '70 in poi) che i chocolate iniziarono ad avere una maggior diffusione.

Bibliografia
Richard A. Wolters "The Labrador Retriever. The History...The People...";
Heather Wiles-Fone "The Ultimate Labrador Retriever";
Rio Raikes "Il labrador e gli altri retriever", De Vecchi Editore;
Valeria Rossi "Il labrador", De Vecchi Editore;
Emanuela Ruggiero "Il labrador", Edolimpia.





Lo standard


CH Navy of Dolphingham della Val di Farma (Prop. Sgorbati - All. della Val di Farma)


Il primo Standard della razza risale al 1916 e rimase invariato fino al 1950, quando fu leggermente modificato. Lo Standard della FCI attualmente in vigore è del 1989, data dell'ultima revisione. Il Kennel Club Americano applica uno Standard leggermente diverso da quello della FCI ed è del 1994.
Il Labrador è un cane da caccia, rustico, polivalente, estremamente attaccato al suo padrone, d'eccellente carattere, dolce, avido di lavorare e di piacere. Adora l'acqua e il nuoto è importante per il suo equilibrio. Dolce con la famiglia, sopporta male la solitudine. E' paziente con i bambini. Per la sua indole non sarà mai un cane da guardia.

Gruppo 8 - Cani da riporto, da cerca, da acqua

Standard FCI n. 122 (1989)


Aspetto generale
Il Labrador Retriever è un cane di struttura robusta, compatto, molto attivo. Il cranio è largo; il petto è largo e il torace profondo; i reni e il treno posteriore sono larghi e forti.

Caratteristiche

Molto agile e di buon temperamento. L'olfatto è eccellente, la bocca morbida. Molto amante dell'acqua. Adattabile e affezionato compagno.

Temperamento
Intelligente, entusiasta e docile. Desideroso di compiacere. Di indole buona, senza traccia di aggressività o di eccessiva timidezza.

Testa
Cranio largo con stop definito. Testa ben modellata, asciutta, senza guance carnose. Mascelle di lunghezza media, potenti e non appuntite. Tartufo largo, con narici ben sviluppate.

Occhi
Di grandezza media che esprimono intelligenza e buon carattere, di colore castano o nocciola.

Orecchie
Né larghe né pesanti, portate pendenti vicino alla testa e attaccate un po' arretrate.

Bocca
Mascelle e denti forti, con chiusura a forbice perfetta regolare e completa: la parte interna degli incisivi è sovrapposta e aderente alla parte esterna di quelli inferiori. I denti sono perpendicolari alle mandibole.

Collo
Di bella linea, forte, poderoso, inserito tra spalle ben costruite.

Tronco
Torace di buona larghezza e profondità, con costole ben arcuate "a botte". Linea del dorso dritta. Reni larghi, corti e forti.

Arti anteriori
Spalle lunghe e oblique. Arti con buona ossatura, diritti dal gomito al suolo, visti sia di fronte che di profilo.

Piedi
Rotondi, compatti con dita ben arcuate e cuscinetti plantari ben sviluppati.

Arti posteriori
Ben sviluppati, non inclinati verso la coda; ginocchio ben flesso, garretti bassi. I garretti vaccini sono indesiderati.

Coda
Costituisce una caratteristica distintiva della razza. Molto grossa verso la base, si assottiglia gradualmente verso la punta, di lunghezza media, senza frange ma ricoperta da pelo corto, fitto e folto, che le da quell'aspetto arrotondato tipico (coda di lontra). Può essere portata allegramente ma non deve essere mai arricciata sopra il dorso.

Andatura e movimento
Sciolto, con falcate adeguatamente lunghe; arti dritti e paralleli visti sia di fronte che posteriormente.

Mantello
Costituisce una caratteristica distintiva della razza. Pelo corto e folto, senza frange e ondulazioni, abbastanza duro al tatto; sottopelo resistente alle intemperie.

Colori
Completamente nero, giallo o fegato/cioccolato. Il giallo varia dal crema chiaro al rosso volpe. E' ammessa una piccola macchia bianca sul petto.

Taglia
L'altezza ideale al garrese è di 56-57 cm per i maschi e di 54-56 cm per le femmine.

Difetti
Ogni deviazione dallo standard è da considerarsi un difetto, che va penalizzato secondo la gravità. NOTA: I maschi devono avere due testicoli di aspetto normale, ben scesi nello scroto.





I colori del mantello e la trasmissione del colore



I colori del mantello del Labrador sono tre: nero, giallo e cioccolato (marrone). Perché accoppiando due Labrador neri non sempre nascono tutti cuccioli neri? Perché il colore cioccolato è più raro? Perché da una coppia di gialli nascono sempre gialli? Cercherò di far capire come e perché avviene la trasmissione del colore in questa razza.
Nel Labrador il colore del mantello viene determinato dalla combinazione di due coppie di geni. Una coppia stabilisce il colore (nero o marrone), l'altra coppia determina l'espressione o meno del colore.
In realtà quindi esistono solo due colori: il NERO e il MARRONE. Il colore GIALLO non è il risultato della presenza di un gene del colore giallo, ma è l'incapacità di esprimere il colore nero o marrone. Le diverse sfumature del giallo (dal rosso volpe fino al crema chiarissimo) sono determinate da altri geni (poligeni) che agiscono in combinazione tra loro.
I geni sono sempre in coppia, uno viene ereditato dalla madre e uno dal padre. I geni possono essere "dominanti" o "recessivi": un gene "dominante" determinerà sempre il colore del mantello, è sufficiente che sia presente nel patrimonio genetico e non ha importanza con quale gene sia in coppia. Un gene "recessivo" può determinare il colore del mantello solo quando non è presente il gene dominante e quindi quando è in coppia con un altro recessivo. Per convenzione i geni dominanti vengono indicati con una lettera maiuscola, mentre i geni recessivi vengono indicati con la lettera minuscola.
I geni del colore del Labrador sono quindi:

B = Nero
b = Cioccolato
E = Colore
e = No colore (giallo)

Un Labrador può avere:
BB, Bb o bb insieme con EE, Ee o ee

Poiché le due coppie sono sempre insieme, le combinazioni possibili sono:
BBEE = Nero
BBEe = Nero (che trasmette il giallo)
BBee = Giallo
BbEE = Nero (che trasmette il cioccolato)
BbEe = Nero (che trasmette il giallo e il cioccolato)
Bbee = Giallo (che trasmette il cioccolato)
bbEE = Cioccolato
bbEe = Cioccolato (che trasmette il giallo)
bbee = Dudley (non ammesso dallo standard)

L'accoppiamento tra due Labrador gialli potrà quindi dare solo cuccioli gialli, in quanto i genitori trasmettono solo il gene "e", cioè quello che non permette l'espressione del colore. Così come dall'accoppiamento di due Labrador cioccolato nasceranno cuccioli cioccolato o Dudley (non ammesso dallo standard). Se non si conosce il patrimonio genetico, è preferibile evitare l'accoppiamento di due Labrador cioccolato o di un cioccolato con il giallo, proprio perchè esiste la possibilità di far nascere dei cuccioli di un colore non ammesso.
Esistono laboratori specializzati che sono in grado di effettuare dei test genetici per sapere con precisione se un Labrador con mantello nero è portatore del gene "marrone" o "giallo"; la conoscenza del patrimonio genetico permette di effettuare degli accoppiamenti mirati ad ottenere i diversi tipi di colore.



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